“I dipinti gialli”

Quando si visita una città il colore che si avverte come predominante , più o meno consciamente, è il grigio.

Lucca in particolare è fatta di grigio: la pietra disposta a terra, il pavé di porfido originariamente rosato, si è annerito col calpestio e lo stesso è accaduto alle lastre che, al tempo della posa, avranno avuto ben altri splendori.

I muri, le chiese, gli stipiti delle porte e finestre, gli scalini, l’intonaco…a volte il cielo stesso, sembrano inevitabilmente di un tono grigio un po’ spento, apatico, incolore, forse anche…triste.

In quest’ottica, “osservando senza guardare”, sfocando quasi la vista per comprendere l’insieme senza andar nel dettaglio, avviene lo stesso processo che nella tavolozza del pittore inesperto il quale, mescolando le tinte per ottenere il colore desiderato, aggiunge e poi aggiunge ancora, sbaglia le dosi, cerca di porre rimedio, laddove col bianco o il celeste, producendo così una poltiglia incolore.

Il medesimo artificio avviene con le persone, la gente che popola la città, che messe assieme costituiscono una grande anima, la cultura, la lingua, la storia e il folklore di un luogo ma, andando a discernere un po’, si somigliano tutte, non si riesce a distinguerle, si disperdono nei loro vestiti che a loro volta vanno a mimetizzare con quelli degli altri, quindi coi muri, col la pavimentazione e col cielo.

In questo glauco mare le sole isole che si possono “salvare” sono quei muri gialli, di un giallo-arancio, bruciato come la terra, screziato di azzurro o marrone, venato di bianco o di verde, graffiato dal tempo e dall’acqua.

Avviene quindi che, a contrasto di questi muri, si staglino i personaggi locali, quei volti conosciuti immancabili in ogni centro storico, la cui popolarità rende rassicurante la permanenza.

A questi uomini che costituiscono il muro giallo di umanità della città di Lucca, dedico questa raccolta pittorica.

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