La raccolta Epica
La raccolta è stata concepita come una rivisitazione dei grandi eventi lucchesi in una chiave contemporanea, non propriamente nelle mie peculiarità artistiche, un po’ ammiccante alla street art.
Per questo motivo ho utilizzato come al mio solito, delle tavole come supporto, ma trattandole con un fondo di sabbia onde ricreare un effetto murale ( intonaco ) ed un tipo di messaggio assai esplicito e “basilare”.
La collezione pittorica è ospite presso un noto locale di Lucca, un ristorante con un pubblico assai giovane per questo tipicamente più sensibile a tale genere di arte e comunicazione, ed arricchisce le pareti a volte di un’antica cantina lucchese che il locale concede a clienti in modo esclusivo per cene.
Le opere sono cinque e trattano rispettivamente di Comics, luminaria di Santa Croce, film festival, Puccini ( nel 2024 ricorrerà il centenario della scomparsa ).
L’ultimo dipinto, di dimensioni considerevolmente più grandi degli altri, titola “Caramelle e sogni” ed è una sorta di nostalgica rievocazione dell’infanzia “analogica” delle persone mie coetanee, quell’epoca in cui i bambini erano capaci di sognare e così fluttuare nel cielo con imperturbabile e candida fantasia.
Nel dipinto “Hey Twiggy, I’m all woman”, ho tentato di affrontare la figura della donna il cui stereotipo di bellezza ha indubbiamente mutato canoni creando ampio divario nel concetto di femminilità antico ( neanche più di tanto ) e contemporaneo ( ultimi cinquant’anni ). La nuvoletta, chiaro simbolo fumettistico, è servita da pretesto per un dialogo che purtroppo mai avverrà, per questo rimanendo al lettore il messaggio da attribuire.
“Processione di bottigliette” è nata per caso. Ne avevo accumulate un po’ in ufficio e osservandole mi parse verosimile l’assimilarle a persone nella tipica posa assunta in una fila. Nella fattispecie della fila della famosa processione religiosa del Volto Santo ho ritenuto che i partecipanti potessero avere un “contenuto” di fede più o meno consistente.
Senza esprimere giudizi morali ho ipotizzato che, l’evento in sé, avesse probabilmente perso una parte della sua valenza spirituale a vantaggio della spettacolarizzazione dello stesso. Ho giocato dunque il dipinto sul dualismo vuoto/pieno, bianco/nero, sacro/profano.
Dalle parole “Lucca” “lunedì” e “cinema” ho tratto il titolo “Lu-cine” per trattare dell’evento cittadino legato a un festival del cinema. Anche in questo quadro gli elementi sono riconducibili a pochi oggetti, un rotolo di carta igienica, mentore del distretto economico più rilevante nel nostro territorio ( tissue ), un uccello fatto di pellicola, ricordo di una sigla RAI anni ‘80 dell’ apertura serata Lunedì cinema a colonna sonora degli Stadio, un albero in pianta ( “la pianta in pianta” era cosa che mi aveva fatto sorridere) e un nastro segnaletico bianco rosso che si trasformava in red carpet.
L’albero è il tiglio monumentate posto tra la stazione ferroviaria e le mura urbane, volevano abbatterlo, fu transennato, poi non procedettero: la cosa mi aveva colpito, avevo pensato che fosse una specie di vittoria della Natura sull’Uomo, quanto alla transenna col nastro segnaletico, per quanto rappresenti un simbolo opprimente di restrizione, nella realtà di eventi come concerti o presentazioni cinematografiche, costituisce il posto più ambito, perché vicino alla scena, al palco, agli idoli.
“Il divietò di Puccini” è arrivato per ultimo dopo vari lavori poi scartati. L’intento iniziale era citare il Summer festival, mega evento musicale dell’estate che ha condotto nella piccola città di Lucca, i big del panorama mondiale.
Dopo vari bozzetti e un dipinto ultimato reputai più urgente rappresentare il concetto che l’arte, specie quella storicizzata e conclamata, mai debba essere utilizzata come strumento di propaganda politica. Sono approdato a tale idea dopo vari accadimenti di cronaca che non riporterò .
Alla fine la parola “divieto” può esser letta con almeno due significati
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