“Fiammiferi” è il titolo dell’ultima raccolta pittorica di 5 dipinti che ho realizzato e installato nel locale Da Ciacco.

Ho voluto giocare con lo stile, diverso dal mio solito, il tema è l’amore, quindi un gran classico, come anche i fiammiferi, un classico un po’ desueto sopraffatto da accendini, accendigas, elettrica ed elettronica varia.

Trovo che il gesto di accendere un qualcosa con un fiammifero sia molto scenico ed anche amorevole…nello scroccare non si può essere troppo irruenti ma neanche troppo delicati , sennò non si ottiene il risultato o si guasta la capocchia; una volta accesa la fiamma la si protegge con l’altra mano…il fuoco è stato un bene prezioso di cui prendersi cura da tempi immemori, una reminiscenza ancestrale?!

L’installazione si legge a parete da destra a sinistra, secondo l’ingresso nella stanza del ristorante, locale parecchio estroso e all’avanguardia, che mi ha permesso di liberamente spaziare con questa sorta di nudo casto, un po’ rotondeggiante, basico ma anche ammiccante alla mimica amorosa.

La chiave di lettura, i fiammiferi, si svela soltanto nell’ultimo dipinto, titolo “Un abbraccio”, dove un fiammifero acceso spunta sul fianco sinistro delle due figure. In realtà, un richiamo al fiammifero è sempre presente nelle estremità degli arti ( e non solo ) rappresentati in tutti i dipinti.

La raccolta vorrebbe essere una specie di storia, una vicenda amorosa in bilico tra sentimento e passione, legno e fiamma, che finiscono per bruciare in un breve lasso, lasciando gli attori, da pronti ad ardere d’amore a tizzoni combusti dallo stesso.

L’amore che sopravvive all’innamoramento con lo spegnersi del fuoco, il tema c’è tutto!

La scena avviene tra cielo e terra laddove si generano quelle strane dinamiche che sfiorano le relazioni umane:

improbabili corteggiamenti, incomprensioni su tempi e modi, ambigua e ponderata sessualità, fughe per annunciati ritorni , delusioni in quantità , tradimenti carnali e platonici…

Rapporti normali ne abbiamo ?!?

Non credo!

La mongolfiera è un richiamo ispiratomi dal titolare, la partenza ma anche il sogno…l’associo forse a quella solitudine in cui si osserva il Mondo per indagare però dentro noi stessi…

beh, anche quella è una fase dell’amore, no?!?