Pen-
siero
Co-
mune.
Acrilico su tela 80x120cm
Il “pensiero comune” è cosa degna di grande rispetto. Può il pensiero essere “comune” anche laddove si sommi la sola volontà di due individui, posto che l’idea del singolo, di per se, sia già un capitale mai trascurabile, figuriamoci quando divenga plurale…
Ecco, nell’istante in cui si incontra questo molteplice flusso, si genera una grande energia, neanche del tutto invisibile.
Il pensiero ha poi una stratificazione terrena, che riporta i colori della natura e le venature della pietra, poiché è influenzato da retaggi, giudizi e contaminazioni ambientali di cui egli stesso è prigioniero.
Nonostante tali ostacoli, però, l’idea circola inarrestabile negli interstizi, come una piccola perdita d’acqua, e scende fino a colmare un livello.
Le verità costituisce tutt’altro, non appartiene a nessuno, non a questo mondo e neppure ad uno ipotetico ultraterreno.
In questa realtà rimane soltanto la divisione, alle parti resta la ricerca della ragione, ragione intesa come vanto d’orgoglio, che esse ipotizzano in mezzo tra loro.
Può accadere talvolta che gli schieramenti del pensiero si sfiorino e lì si manifesta una sorta di profano miracolo.