Paraventi

“L’ottimo scultore non concepisce un’idea che il solo marmo non contenga già in sé, con la parte superflua, e la mano riesce a raggiungerla solo se ubbidisce al pensiero.”

Particolare del David di Michelangelo, databile intorno al 1500

Questo sentenziava Michelangelo ovvero che il concetto già appartenesse al blocco di marmo ancora prima che l’artista lo scolpisse…non ho “idea” se sia il caso d’estendere l’assunto michelangiolesco anche alla pittura,  ma tenterò comunque di argomentare.

È palese che i materiali, le superfici, le stesse proporzioni, quadrate o rettangolari o allungate che siano, suggeriscano un qualcosa a chi si accinga a lavorarle.

Teoricamente, e qui discuto soprattutto della pittura figurativa, dovrebbe prima nascere l’idea di una composizione scenica piuttosto del procurarsi un supporto tale che ne consenta la realizzazione.

Nel mio caso poi, dipingendo per lo più su tavola anziché su tela, tengo sempre pronti in casa una gran serie di pannelli nelle taglie più disparate cosicché anche le idee più “squilibrate” ( o urgenti ) possano trovare un suo formato che le accolga. 

Stavolta l’indicazione era precisa:

210 centimetri d’altezza e 70 di larghezza, due quadri, soggetto libero.

I due paraventi, prima della preparazione e pittura

Dovendone iniziare l’allestimento e chiedendo al corniciaio di predisporre tavola e cornice per entrambi, mi è “uscito” di chiamare “paraventi” i due manufatti per le effettive dimensioni e proporzioni che richiamavano ( ed erano effettivamente assimilabili ) a quelle d’una porta.

Piccola parentesi: in lingua italiana s’intende per “paravento” più una sorta di separé, tuttavia a Lucca, dove spesso abbiamo versioni tutte nostre delle parole, si nomina “paravento” per indicare una porta.

E la funzione della porta è comunque quella di “parare dal vento”.

Ecco proprio lì è iniziata la suggestione…il vento ha un’enorme-romantica poetica, il vento è tema ricorrente in molte canzoni e “vento” la parola menzionata nei testi musicali almeno quanto “cuore” o “amore” a significare cambiamento, fuga, ritorno, dinamicità, sconvolgimento e tanto ancora.

Il nostro approccio al vento sarà poi altrettanto mutevole poiché ogni cambiamento, per quanto fonte di incertezza, potrà essere sia anelato che respinto a decretare ch’esista un vento buono e uno cattivo.

Secondo passaggio: Paravento è parola composta di due lemmi di cui il primo deriva da “riparo”….serviva dunque una storia…e la storia è arrivata, come al solito, tanto puntuale quanto determinante.

Parlo della storia di un uomo, uscito di casa a diciotto anni, senza avere davvero niente che, con l’aiuto ( o amore ) di una sola donna, è riuscito a inquadrare la propria vita, progettare, costruire e quindi, con essa sempre al suo fianco, raggiungere un grande risultato.

La frase di Virginia Woolf è stata la mia immediata risposta ascoltando la storia, poco importandomi se dietro, in questo specifico caso, stesse la donna o viceversa.

Quindi l’amore ripara dal vento cattivo e l’amore accoglie il vento buono; primo dipinto pronto, cromatismi freddi e “ariosi”, struttura materica, un forte richiamo al vento ma anche alla donna; 

Particolare del dipinto ” Una Donna ” , tecnica mista su tavola 70x210cm

L’intento per il secondo era che fosse una sorta di omologo del primo, ovvero riprendesse, di quello appena prodotto, oltre alla matrice estetica anche la storia e i concetti.

“Il vento  cattivo toglie, il vento buono porta…Tutto”  – ho pensato.

I rischi nel “comporre” su grandi superfici credo siano essenzialmente l’incertezza e la ridondanza.

Quando non si hanno le idee chiare il risultato finale risulta poco incisivo, già rivisto, indefinito o incomprensibile.

Per questo, anche quando lo stile del dipinto sia astratto od informale, quello che cerco di sviluppare per secondo ( giacché il “primo” procedimento avviene per iscritto ) è un bozzetto che sia credibile almeno per il sottoscritto.

Sottolineo “il sottoscritto” non per protagonismo quanto piuttosto per rafforzare quanto sia fondamentale credere in qualcosa per potere coerentemente trasferirlo ad altri.

Mi piaceva l’idea di “un Tutto” perché ritengo ne esistano di diversi, che il Tutto sia soggettivo per ciascuno di noi.

Per alcuni significherà forse denaro, per altri l’amore, per altri ancora la realizzazione nella famiglia o nel lavoro o magari possedere una collezione completa di Topolino…ciò che però resta importante è il fatto che sia il vento a portarlo

Particolare del dipinto ” Un Tutto” , tecnica mista su tavola 70x210cm

Una piccola nota. Molti artisti durante la fase della pittura, sono soliti ascoltare musica di vario genere tra cui quella classica. Trovo questa abitudine condivisibile e aggiungerei anche molto bohémienne ma nel mio caso di difficile realizzazione. Adoro la musica ma mentre dipingo prediligo il silenzio e la solitudine.

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